Una trasformazione interna frutto di un lungo lavoro del Consiglio di Amministrazione, quella che Fondazione Agrion sta affrontando a partire dal 1° gennaio 2019, utile per mettere a fuoco i principi su cui si fonda tutto il lavoro della Fondazione. “Secondo il nuovo assetto”, spiega il Presidente Giacomo Ballari, “la Fondazione avrà un coordinatore tecnico-scientifico unico, il dott. Lorenzo Berra, coadiuvato dal dott. Matteo Bontà, come referente per la progettazione. Le quattro sezioni presenti in precedenza sono state riunite poi in due divisioni: Frutticoltura-Orticoltura e Vitivinicoltura-Corilicoltura. Il referente del Coordinamento tecnico frutticolo sarà il dott. Luca Nari per la sede di Manta e il perito agrario Roberto Giordano per la sede di Boves. I referenti in tema di Sperimentazione e Innovazione Varietale saranno, per la Frutticoltura il dott. Davide Nari e per l’Orticoltura, la fragola e i piccoli frutti, il dott. Cristiano Carli.”
Per quanto riguarda le divisioni Corilicoltura e Vitivinicoltura, nei prossimi mesi verrà avviato un processo di ristrutturazione e riorganizzazione, al fine di raggiungere anche in queste realtà la condizione ottimale, in termini di efficienza delle strutture e del lavoro.
La divisione amministrativa unica avrà come responsabile la dott.ssa Donatella Capellino, coadiuvata da un’addetta alla contabilità e un’addetta alla gestione del personale e rendicontazione progetti, Francesca Rovera e Lorenza Milanesio.
“Lo scopo di tale riorganizzazione”, continua il Presidente Ballari, “è stato un efficientamento generale della struttura, attraverso una semplificazione organizzativa, anche in riferimento all’attuale frazionamento delle divisioni operative, alla necessità di una loro uniformità di gestione e alla corretta individuazione delle funzioni aziendali necessarie per il raggiungimento degli scopi della Fondazione. Si era infatti resa necessaria una riduzione dei costi non più indispensabili per il raggiungimento dei fini aziendali: ciò è stato collegato ad una revisione dell’organigramma aziendale, strutturato in maniera coerente con le competenze professionali acquisite. Per arrivare a un risultato importante” continua, “tutti questi passi sono stati indispensabili ed è stato necessario procedere a tappe. Abbiamo intrapreso una strada estremamente sfidante, ma è fondamentale farlo per avere una Fondazione sempre più al passo con i tempi e in grado di rispondere con dinamismo alle richieste poste dalle filiere agroalimentari piemontesi, sia in termini di soluzioni dei problemi che di supporto a percorsi di innovazione A nome del Consiglio di Amministrazione ringrazio tutto il personale per la collaborazione dimostrata, convinto che insieme siamo stati in grado di perfezionare un organismo complesso come la Fondazione, offrendo al Piemonte la possibilità di avere un contesto in cui sviluppare soluzioni ed innovazioni, in grado di rispondere alle sollecitazioni dei cittadini in termini di sostenibilità ambientale e salubrità delle produzioni made in Piemonte e di rendere fruibili per il territorio gli innumerevoli risultati di ricerche nazionali ed internazionali. La più grande soddisfazione, anche se penso non possa essere un valore di valutazione assoluto, è vedere l’abbassamento di età anagrafica del nostro personale. Pur avendo mantenuto in struttura alcuni soggetti cardine, riscontriamo un’età media tra i nostri tecnici e ricercatori che si aggira attorno ai 40 anni. Sintomo di una riorganizzazione che è stata in grado di dare continuità, stabilità e un respiro di futuro importante. Ho molto rispetto e ringrazio tutte le persone che hanno contribuito ad arrivare fin qui, ma una strategia di futuro deve basarsi anche sull’investire sulla crescita di una serie di figure di elevato profilo che abbiano di fronte a sé molti anni di carriera lavorativa.”
“La nuova strategia di lavoro adottata metterà le competenze al centro, e tutte le attività passeranno attraverso team ben organizzati” sottolinea infine Lorenzo Berra, il nuovo coordinatore tecnico-scientifico, “ grazie al nuovo assetto potremo rafforzare sempre di più le collaborazioni con le università e con la rete di centri di ricerca nazionali ed internazionali”.