Halyomorpha halys (Heteroptera: Pentatomidae) è una cimice originaria dell’Asia orientale, dove si comporta come fitofago occasionale su svariate colture. In Piemonte è stata segnalata la prima volta nella seconda decade di agosto 2013.
L’insetto sverna come adulto riparato in anfratti naturali o nelle abitazioni. In primavera gli adulti lasciano i ricoveri invernali e si spostano sulla vegetazione dove si nutrono e dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova a gruppi di 28 circa. Il numero di generazioni per anno è variabile a seconda dell’area geografica. In Piemonte H. halys compie mediamente due generazioni all’anno. Presenta una notevole polifagia essendo stata segnalata su più di 100 specie vegetali.
La difesa chimica si basa sull’impiego di insetticidi di contatto ad ampio spettro d’azione, quali piretroidi ed esteri fosforici, che tuttavia non assicurano un efficacie contenimento. L’introduzione in Italia di questo nuovo fitofago esotico sta continuando a complicare enormemente la difesa di diverse colture.
Per tale motivo, nel corso del 2018, al fine di limitare la diffusione ed il danno arrecato alle coltivazioni da parte della cimice asiatica dovuto in primis alla scarsità di mezzi per difendere le coltivazioni e a fronte di un sempre più elevato interesse da parte dell’opinione pubblica nei confronti dell’utilizzo di pesticidi, si è scelto di adottare strategie di difesa alternative per la protezione delle colture.
L’ “Attract and kill”, metodologia volta al contenimento della cimice asiatica attraverso la creazione di zone di attrazione (attract), mediante l’impiego di feromoni di aggregazione e l’immediata eliminazione del fitofago (kill), con l’ausilio di speciali reti con insetticida microincapsulato (rete ad uso sperimentale Storanet® della BASF). Tale tecnica è stata attuata con l’intento di ridurre le superfici da trattare e messa a confronto con una tesi testimone (senza rete), al fine di valutarne l’efficacia.
Le due tesi a confronto, ciascuna di lunghezza 50 metri circa, “Attract and kill” e testimone (nessuna rete) sono state distanziate l’una dall’altra di 20 metri (zona buffer). In entrambe le tesi è stato posizionato, per tutta la lunghezza dei 50 metri del filare e interessando una larghezza approssimativamente di circa 2 m, del tessuto-non-tessuto sul terreno al fine di conteggiare gli individui morti caduti a terra.
Sulla rete sperimentale sono stati successivamente posizionati in tutto quattro feromoni di aggregazione ad una distanza di 12,5 metri tra loro e ad una altezza dal suolo di circa 2 metri. Si sono effettuati infine diversi controlli in entrambe le tesi, mantenendo separate la parte con rete dalla parte testimone.
Sulla base dell’efficacia abbattente delle reti Storanet della BASF, si è deciso di valutare il contenimento del danno da H. halys mediante la creazione di una zona di attrazione ed abbattimento del fitofago in una porzione circoscritta del frutteto. A tal fine si è provveduto a monitorare le due tesi da confrontare.
Il sistema “Attract and kill” ha effettivamente attratto e ucciso un cospicuo numero di insetti, inizialmente soprattutto adulti e successivamente alle schiuse delle seconde ovideposizioni anche numerosi giovani, mentre l’andamento di bassa mortalità riscontrata nel testimone può essere imputata alla sola mortalità naturale e non allo spostamento degli individui venuti a contatto della rete prima che sopraggiunga la morte. A supporto dell’efficacia attrattiva della tesi “Attract and kill” anche i dati dei monitoraggi visivi hanno mostrato un trend di maggior presenza del fitofago nella porzione dell’appezzamento interessato da tale metodica di controllo.
In conclusione l’applicazione di tale sistema, ovvero il posizionamento della rete direttamente sulle piante del filare di bordo del frutteto, non ha nel complesso della prova permesso di evidenziare risultati apprezzabili in termini di riduzione dei danni, ma grazie agli attrattivi ivi posizionati il danno si è maggiormente concentrato in una specifica porzione del frutteto. Avendo nel complesso esplicato una buona funzionalità sia di aggregazione che di abbattimento.
Attualmente questa metodica di difesa, che prevede l’utilizzo della rete BASF contenente α-cipermetrina come insetticida microincapsulato nella rete stessa, non è né attuabile né ripetibile in pieno campo da parte delle aziende agricole siccome tale prodotto fitosanitario non è registrato, sul nostro territorio, come mezzo di difesa per le produzioni agricole. L’utilizzo di tale rete è stata pertanto solo sperimentale, al fine di vagliare un’altra possibilità di difesa nei confronti della cimice asiatica, fitofago oramai considerato flagello di tutte le colture data anche la sua resistenza ai comuni insetticidi impiegabili in agricoltura.