Si è svolto negli scorsi giorni presso il centro ricerche di Fondazione Agrion a Manta l’incontro interregionale sull’architettura, potatura e conduzione del melo, riservato ai tecnici specializzati, al quale hanno partecipato il Centro di consulenza Beratungsring di Bolzano, il Centro sperimentale di Laimburg, la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, la Fondazione Navarra di Ferrara e la Chambre d’Agriculture du Gap. L’incontro è stato occasione di confronto e dialogo sul tema, a partire dai vari metodi di potatura e conduzione sviluppatisi in Europa negli ultimi 20 anni. Da un lato la potatura lunga (forma di allevamento Solaxe) che ha trovato maggior radicamento in Francia, Piemonte ed Emilia-Romagna, mentre in Trentino e in Alto Adige, zone ad elevata densità d’impianto, non ha trovato le condizioni per svilupparsi. La tendenza, oggi, è quella di ridurre la lunghezza dei rami produttivi e limitare al minimo le legature in fase di allevamento, linea ormai prevalente in Piemonte, mentre è ancora in corso il dibattito in Francia ed in Emilia-Romagna.
La seconda parte della mattinata è stata invece dedicata alle altre forme di allevamento, a partire dalla forma Guyot, illustrata dal ricercatore Alberto Dorigoni di Fondazione Edmund Mach, per la realizzazione del meleto “pedonabile”. Grazie al metodo Guyot infatti, tutte le operazioni manuali vengono eseguite da terra, riducendo i tempi di esecuzione. Riguardo l’applicazione del metodo Klick, invece, che consiste nell’accorciamento di tutti i brindilli, l’orientamento generale è quello di applicare questa tecnica solo in situazioni particolari, su impianti fitti in terreni a scarsa fertilità. Infine, anche sull’adozione della potatura meccanica, accolta con favore da alcuni produttori, s’impone ancora un’attenta riflessione, in quanto la reazione della pianta a questo passaggio generalizzato di potatura può indurla a reazioni che non sempre conducono a una produzione regolare negli anni. Occorre dunque applicarla con prudenza procedendo con ulteriori verifiche.
“Il bilancio della giornata è sicuramente positivo” commenta Giacomo Ballari, Presidente della Fondazione, “continueremo a lavorare insieme, al fine di mantenere anche in futuro questa collaborazione, per verificare con costanza le tecniche innovative nella conduzione degli impianti, a confronto tra le diverse realtà produttive nazionali e internazionali coinvolte. Ancora una volta si dimostra l’importanza di poter fare affidamento su di una solida rete di ricerca internazionale.”