In questi ultimi anni, complice il sensibile aumento delle temperature estive, si è assistito in Piemonte ad una proliferazione degli attacchi della Carpocapsa del melo, insetto molto dannoso per le coltivazioni, in particolare nelle produzioni ottenute con il metodo biologico. Per affrontare al meglio la nuova stagione si è svolto venerdì 8 marzo presso la Fondazione Agrion di Manta un incontro dove sono state analizzate le principali cause e le possibili soluzioni al problema, una tra le principali avversità del melo del 2018.
I ricercatori Agrion Graziano Vittone e Luca Nari hanno fornito gli elementi per una migliore conoscenza della biologia dell’insetto e dei mezzi limitati di cui la produzione biologica dispone per contrastarlo. Uno degli strumenti fondamentali per la difesa rimane ancora oggi la confusione sessuale, seguita dai prodotti bio-insetticidi, virus della granulosi in particolare, che però richiedono in fase di applicazione un’elevata attenzione e precisione. In tale situazione, se la presenza di questo carpofago è elevata, risulta chiaro come il successo non sia sempre assicurato. Tecnici appartenenti a diverse strutture, Massimo Testa, Nicolas Anghilante, Maurizio Ribotta e Sergio Bunino, hanno poi evidenziato le principali criticità alla base degli insuccessi nella lotta alla Carpocapsa: una carenza organizzativa aziendale che ha causato un ritardo negli interventi, la tardiva applicazione del metodo confusionale, una carente gestione del frutteto con eccessiva massa vegetativa delle piante che ha ostacolato la distribuzione del prodotto e gli iniziali segni di resistenza alle prime formulazioni del virus apparse sul mercato. Infine, le società produttrici e distributrici dei prodotti a base di virus hanno potuto presentare la loro gamma di prodotti ponendo l’accento proprio sull’aspetto resistenza, per fronteggiare la quale è necessario, laddove si faccia ricorso da più anni allo stesso formulato, introdurre i nuovi ceppi disponibili sul mercato.
“Pur nella consapevolezza che il controllo della carpocapsa nel biologico resta un problema nelle situazioni più gravi”, commenta Giacomo Ballari, Presidente della Fondazione, “è possibile mantenere la popolazione del carpofago ad un livello di controllo, a condizione che si seguano le indicazioni per un’applicazione tempestiva dei prodotti e scegliendo i metodi che forniscono le migliori garanzie; fra questi, nelle situazioni più difficili può essere il potenziamento della confusione, sia attraverso opportuni rinforzi nelle zone più vulnerabili del frutteto, sia con l’applicazione del metodo per disorientamento. Da parte della Fondazione seguirà un costante monitoraggio della situazione in vista della nuova stagione produttiva.”