Cimice asiatica (Halyomorpha halys)

CHI È? Halyomorpha halys (Heteroptera: Pentatomidae) è una cimice originaria dell’Asia orientale, dove si comporta come fitofago occasionale su svariate colture. E’ stata segnalata in Piemonte per la prima volta nell’agosto 2013, in un impianto di nettarine cv Amiga ubicato a Cuneo (Pansa et al., 2013).

COM’È FATTO? Gli adulti, lunghi 12-17 mm, presentano una colorazione grigio-bruna marmorizzata, da cui il nome comune inglese: Brown Marmorated Stink Bug (BMSB). Simile come aspetto alla cimice indigena Raphigaster nebulosa, se ne differenzia facilmente per l’assenza della spina a livello metasternale.

COME MAI È DANNOSO? Fitofago estremamente polifago, si può nutrire di più di 300 specie vegetali, sfruttando le aree incolte quanto quelle coltivate. Il danno, a carico dei frutti, è causato dalle punture di nutrizione compiute da tutti gli stadi mobili dell’insetto. Particolarmente gravi possono risultare gli attacchi, per quanto riguarda le colture frutticole, su pesco, pero, melo, nocciolo e actinidia mentre, per le colture orticole e cerealicole, si può affermare che nessuna specie risulta immune (EPPO, 2013; Nielsen et al., 2011).

QUALI SONO I SINTOMI? Inconfondibili sono i sintomi causati dalle punture della cimice, che si presentano con comparsa di zone decolorate, depresse e di tessuto suberificato sotto la zona colpita. Risulta comunque necessario verificare la presenza fisica della cimice per una corretta diagnosi, in quanto diverse fisiopatie e fitopatologie possono in alcuni casi produrre sui frutti difetti simili.

CICLO BIOLOGICO o RIPRODUZIONE? Sverna come adulto in luoghi riparati dal freddo come anfratti naturali o nelle abitazioni. In primavera gli adulti lasciano i ricoveri invernali e si spostano sulla vegetazione dove si nutrono e dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova a gruppi di 28 circa che andranno ad originare i giovani e dopo 5 età giovanili raggiungono lo stadio di adulto. Il numero di generazioni per anno è variabile a seconda dell’area geografica, in Piemonte H. halys compie due generazioni.

IL MONITORAGGIO: Costantemente attivo il monitoraggio sul territorio regionale della cimice asiatica che, attraverso i Coordinamenti di Agrion e l’assistenza tecnica, permette di conoscere e comunicare in tempo reale alle aziende l’andamento delle popolazioni durante la stagione produttiva e soprattutto individuare il periodo ottimale per eseguire gli interventi.

Il monitoraggio svolto con trappole piramidali innescate a feromoni, dislocate in 80 località sensibili del territorio regionale, consente di rilevare i movimenti della cimice asiatica evidenziando aree e periodi a maggior rischio di migrazione sulle colture sensibili.

LA DIFESA: L’introduzione in Italia di questo nuovo fitofago esotico ha reso difficoltoso il calendario di difesa di tutte le colture. La difesa chimica si basa sull’impiego di insetticidi di contatto ad ampio spettro d’azione, quali piretroidi ed esteri fosforici, tuttavia non assicura sempre un efficacie contenimento (Nielsen et al., 2008; Leskey et al., 2012). Nell’areale di origine la cimice può essere limitata da alcuni parassitoidi oofagi del genere Trissolcus (Hymenoptera: Scelionidae) (Arakawa e Namura, 2002; LanFen et al., 2007), mentre negli USA poche specie di parassitoidi oofagi sono state rilevate sul fitofago esotico (Wermelinger et al., 2008).

LOTTA TRADIZIONALE

  • da realizzarsi dopo aver accertato la presenza dell’insetto nel frutteto;

  • intervenire primariamente sui filari di bordo tenendo conto della zona d’ingresso dell’insetto. I trattamenti a file alterne sono consigliabili quando l’insetto è all’interno dell’appezzamento;

  • i prodotti svolgono unicamente un’azione diretta sull’insetto. Per verificare le sostanze attive a disposizione si consiglia di consultare le linee tecniche delle diverse colture.;

  • ATTENZIONE: trattamenti insetticidi ripetuti impattano sugli insetti utili e favoriscono lo sviluppo di altri fitofagi quali ragnetto rosso, psilla, cocciniglie, ecc

BARRIERE FISICHE

tecnica di difesa ecosostenibile con impiego di reti antinsetto

  • Tipologie di sistemi:

    • monofilare consiste nella chiusura di ogni singola fila, dall’apice alla base delle piante. Sistema efficace ma con alcuni svantaggi: gestione agronomica del frutteto (potatura, legatura, raccolta, ecc…) e tende a favorire fitofagi quali l’afide lanigero del melo;

    • monoparcellare consiste nella chiusura dell’intero impianto. Tecnica praticabile laddove già sono in essere sistemi antigrandine che possono essere integrati.

LA LOTTA BIOLOGICA

L’unico approccio che può permettere di gestire la cimice asiatica in modo sostenibile ed a lungo termine. Nonostante in Piemonte siano già presenti alcuni limitatori naturali autoctoni, la loro azione non è sufficiente a controllare l’insetto, pertanto nel corso del 2020, Agrion, DISAFA – Università di Torino e Regione Piemonte (Settore Fitosanitario), hanno svolto le attività di allevamento e rilascio del parassitoide Trissolcus japonicus, riconosciuto come il principale limitatore naturale della cimice nel suo paese di origine (Cina). A tale scopo sono stati inizialmente individuati 100 siti di rilascio, costituiti da aree con vegetazione non sottoposta a trattamenti antiparassitari, per evitare una elevata mortalità degli esemplari rilasciati.

L’obiettivo di questo intervento di lotta biologica di tipo “inoculativo” è accelerare l’incremento della popolazione di T. japonicus e la sua diffusione, affinché possa raggiungere livelli tali da tenere sotto controllo H. halys, portando così a una progressiva riduzione delle popolazioni che poi si riversano sulle coltivazioni.

I risultati di questa attività si dovrebbero manifestare già nei prossimi anni in modo diffuso sul territorio, anche se è difficile prevedere i tempi necessari per raggiungere la massima efficacia di contenimento delle popolazioni.

LE AZIONI MESSE IN CAMPO DA AGRION

Per contrastare la cimice asiatica in Piemonte, nel 2017 è stato costituto un gruppo di lavoro che ha coinvolto la Fondazione Agrion, il Settore Fitosanitario e i Servizi Tecnico-Scientifici (SFR) regionali, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) e l’Unità Entomologia generale e applicata dell’Università di Torino, le Organizzazione dei Produttori e le Organizzazioni Professionali. In questi anni, il gruppo ha operato sia nell’ambito del Tavolo tecnico regionale per l’emergenza fitosanitaria Halyomorpha halys, sia dell’Osservatorio Cimice Asiatica, quest’ultimo volto a coordinare varie attività focalizzate soprattutto sul nocciolo, coltura importante e ancora in espansione nella regione, e finanziate da enti presenti sul territorio. Al fine di far fronte a tale emergenza, Agrion, con il patrocinio della Regione e dell’ANCI, si sta impegnando anche per la diffusione delle buone pratiche da adottare per limitare la propagazione di questo insetto dannoso per molte coltivazioni. Dal 2018 è stata attivata anche una rete di monitoraggio sul territorio piemontese, che coinvolge i tecnici di tutti i settori produttivi, in modo da conoscere in tempo reale la situazione relativa all’insediamento di H. halys nelle zone e sulle colture più soggette a danno e agli spostamenti sul territorio regionale. Questo al fine di concordare, con i tecnici della filiera, strategie di difesa ecosostenibili ed efficaci nel contenere i danni alle produzioni agricole piemontesi attraverso i coordinamenti settimanali tenuti da Agrion. Questa attività è stata resa possibile anche nel 2020 grazie al finanziamento di Ferrero HCo, che ha concretizzato e reso operativa la rete di monitoraggio territoriale, che verrà effettuato mediante trappole a feromoni e frappage. Oltre alla rete di monitoraggio, sono poi proseguite tutte le attività volte a sperimentare e individuare tecniche innovative ed ecocompatibili per la difesa, quali tecniche di difesa passiva (barriere fisiche) e saggi in campo sull’efficacia di nuovi prodotti, fra cui i prodotti con effetto accessorio battericida, che nelle prove preliminari hanno fornito risultati promettenti.

Dal 3 luglio 2020, inoltre, in 100 siti individuati su tutto il territorio piemontese, è stato rilasciato il parassitoide oofago Trissolcus japonicus, meglio conosciuta come “vespa samurai”, che a dispetto del nome è lungo meno di 1,5 mm, e che in Cina è considerato un efficace limitatore naturale di H. halys. Il Piemonte è infatti fra le regioni del nord Italia che hanno presentato richiesta ufficiale per l’immissione in natura del parassitoide T. japonicus per la lotta biologica, nell’ambito del Programma nazionale di contrasto alla cimice asiatica, di durata triennale, elaborato dal Settore Fitosanitario Nazionale in collaborazione con il CREA e le Regioni interessate. Ai primi lanci effettuati da Agrion hanno partecipato anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa.

Mappa interattiva – Punti di cattura Monitoraggio realizzato grazie al contributo della Ferrero Hazelnut Company e con la collaborazione di Asprocor, Ascopiemonte, Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione Italiana Agricoltori e Fondazione Edmund Mach per lo sviluppo e la gestione dell’applicazione web.

Trappola AgBio (feromone Trécé)

L’attuale mappa si riferisce ai rilevamenti delle trappole negli ultimi 7 giorni.

ULTIME NOTIZIE IN TEMA DI CIMICE ASIATICA