Si è tenuto giovedì 26 novembre l’annuale convegno su “Ricerca e Innovazione in frutticoltura – Attività 2020”, organizzato dalla Fondazione Agrion presso la sua sede di Manta. Un appuntamento necessario per relazionare le principali sperimentazioni condotte dalla Fondazione e i risultati di ricerca raggiunti nel corso dell’anno 2020.
Viste le vigenti norme di sicurezza anti-contagio da virus COVID-19, ai rappresentanti delle imprese agricole del territorio è stata data la possibilità di seguire il convegno in diretta streaming tramite il canale YouTube di Agrion, che ha raggiunto oltre le 500 visualizzazioni.
Il convegno ha avuto inizio alle ore 9.00 con il saluto del Presidente di Agrion, Giacomo Ballari, il quale ha introdotto i lavori ringraziando tutti i partner che affiancano Agrion nel lavoro di ricerca, in primis Regione Piemonte e tutti gli enti pubblici e privati coinvolti nei diversi progetti. Il convegno è stato moderato dal Coordinatore tecnico-scientifico di Agrion, Lorenzo Berra, che ha brevemente descritto le numerose attività sperimentali condotte dalla Fondazione nel 2020 e introdotto le differenti relazioni dei tecnici.
Gli interventi si sono focalizzati principalmente su tre tematiche strategiche: l’innovazione varietale su melo, pero e portinnesti, a cura del referente per sperimentazione e innovazione varietale in frutticoltura di Agrion, Davide Nari; la lotta alla cimice asiatica in Piemonte, a cura del tecnico-ricercatore di Agrion, Simone Bardella; le principali avversità affrontate nel 2020, in particolare la patina bianca del melo, la maculatura bruna del pero e la moria del kiwi, presentate dal referente del coordinamento tecnico-frutticolo di Agrion, Luca Nari, e dal collega Alessandro Bevilacqua. A chiudere il convegno, invece, l’intervento del Prof. Davide Spadaro del DISAFA dell’Università di Torino, che ha presentato il progetto CLEANFRUIT e i suoi primi risultati, a nome di tutto il gruppo europeo di ricerca coinvolto.
Dalle ultime acquisizioni ottenute dalla sperimentazione 2020 per l’innovazione varietale del melo e del pero, è emerso che la melicoltura è in forte crescita anche per il 2020, ricoprendo ormai circa 6.500 ettari del territorio piemontese, di cui circa il 22% sono attualmente coltivati in biologico.
Gala rimane il gruppo più rappresentato con circa il 40%. Seguono Red Delicious con il 25% stabile, Golden 8%, Ambrosia 6%, Fuji 5%, Crimson Snow 3.5%, Granny Smith circa 2.5%.
Anche la pericoltura è in crescita in Piemonte, arrivando ormai a ricoprire 1.400 ettari, con oltre il 50% della superficie coltivata in biologico.
Tuttavia, nel caso del pero, il fattore più limitante resta il colpo di fuoco batterico a cui la sperimentazione condotta da Agrion sta dando interessanti riposte e risultati promettenti con le cultivar tolleranti Harrow Gold e Harrowin Sundown.
Dopo un focus tecnico anche sui portinnesti, il convegno è proseguito con un aggiornamento sulla cimice asiatica, la cui incidenza sui fruttiferi maggiori rimane un problema, nonostante nel 2020 sia stata osservata una diminuzione dei danni. L’attenzione rimane comunque molto alta sul fitofago. Quest’anno, infatti, sono continuati i monitoraggi finanziati dalla Ferrero Hazelnut Company, realizzati in collaborazione con il DISAFA, il Settore fitosanitario regionale, le associazioni di categoria e le organizzazioni di produttori.
Tuttavia, la grande novità del 2020 è stata il rilascio della vespa samurai (Trissolcus japonicus), parassitoide-antagonista naturale della cimice asiatica, inizialmente allevata nei laboratori del DISAFA-Unito e poi rilasciata sul territorio piemontese da Agrion, il tutto finanziato e coordinato dal settore fitopatologico della Regione Piemonte. Ad oggi, è difficile dire con esattezza quando saranno evidenti i primi effetti positivi del rilascio dell’insetto, ma la lotta biologica rappresenta sicuramente la migliore risorsa per ridurre le infestazioni da cimice asiatica su lungo termine e tutelare, così, l’ortofrutticoltura piemontese.
Nel successivo intervento, l’attenzione si è focalizzata sulle principali avversità verificatesi nel 2020.
La prima delle problematiche illustrate ha riguardato la patina bianca delle mele, un difetto estetico che rende il frutto incommerciabile. Si tratta di una problematica presente da circa un ventennio sul territorio piemontese, ma che ancora ad oggi non vede soluzioni definitive. Tuttavia la Fondazione Agrion è in prima linea per l’individuazione dei patogeni chiave e per il loro contenimento soprattutto in campo, ma anche in post-raccolta.
Successivamente si è passati alla maculatura bruna del pero, che ha creato moltissimi danni negli ultimi anni in Piemonte.
In conclusione, si è analizzata la situazione relativa alla moria del kiwi in Piemonte, ormai sempre più drammatica. Infatti, secondo le stime del coordinamento frutticolo di Agrion, in Piemonte sono rimasti 1.500 ettari produttivi (nel 2010 erano 5.500). Per la comprensione delle cause di questa sintomatologia, e ai fini della ricerca di una strategia difensiva, sta ora prendendo il via il nuovo progetto KIRIS. A tal proposito, è stato istituito un tavolo di lavoro nazionale sul kiwi a cui partecipa anche la Fondazione Agrion.
Il convegno si è concluso con l’intervento del Prof. Davide Spadaro del DISAFA, il quale ha presentato i primi risultati del progetto europeo CLEANFRUIT, a cui partecipa anche Agrion, riguardante l’ottenimento di strategie a residuo zero per colture come melo e fragola. Si tratta di un’evoluzione rispetto al residuo controllato, in quanto può rappresentare una terza via tra la difesa integrata e la difesa di tipo biologico.