Negli ultimi anni la produzione di nocciole ha suscitato un forte interesse come coltura da reddito, provocando conseguentemente una marcata espansione sul territorio piemontese di questa specie.
Purtroppo, con l’aumento degli ettari coltivati a nocciolo, sono incrementate anche diverse problematiche legate alla gestione e difesa della coltura, in buona parte dovute anche ai recenti cambiamenti climatici che hanno portato a una sempre maggiore penuria idrica e un crescente aumento delle temperature provocando stress idrici e termici nelle piante con conseguente ricaduta sulla salute delle stesse e quindi sulla regolarità ed entità della produzione.
Tra le principali avversità del nocciolo quella che al momento desta maggiore preoccupazione a livello piemontese è la cosiddetta “cascola pre-raccolta”, una cascola anticipata che colpisce la varietà Tonda Gentile, che negli ultimi anni ha incrementato l’interesse a livello sia tecnico, come emerso dai coordinamenti tecnici corilicoli gestiti da Agrion, che di filiera dovuta alla diminuzione di resa produttiva.
Tale cascola, di frutti già formati, si manifesta con una caduta delle infruttescenze prima del raggiungimento della maturità. I frutti cadono attaccati all’involucro, si presentano più o meno anneriti, sono generalmente privi di seme o con semi abortiti e di conseguenza poco formati.
In generale la cascola è determinata non solo dalla mancata fecondazione dei fiori femminili durante la fase di fioritura (gennaio-marzo), ma anche da altri fattori che possono favorirla durante la fase di allegagione e di accrescimento della mandorla. I principali che si segnalano sono:
- fattori nutrizionali (carenze di sostanze nutritive);
- fattori meteorici (stress termici o idrici);
- fattori patogenici (attacchi di insetti, funghi, batteri, ecc.);
- fattori antropici (coltivazione in ambienti di coltura non propriamente vocati).
Inoltre la Tonda Gentile manifesta una spiccata sensibilità al “brownstain disorder“, che si evidenzia frequentemente ad inizio stagione in seguito alla contemporanea manifestazione di eventi atmosferici avversi, nei giorni immediatamente successivi alla fecondazione degli ovari delle future nocciole. Le nucule così colpite manifestano, fra maggio e giugno, imbrunimenti progressivi del guscio (dovuti alla fuoriuscita di essudati costituiti da gocce di linfa giallognola che ossidandosi diventa nerastra) e del perisperma. Successivamente viene a determinarsi un progressivo avvizzimento di queste nocciole abortite che inevitabilmente, da fine giugno a metà luglio, cascolano.
Al fine di trovare una soluzione a quella che è diventata una problematica di interesse regionale, oltre alle altre criticità messe in evidenza dalla filiera, è stato costituito un gruppo di lavoro tecnico-operativo formato da Settore Fitosanitario Regionale, Fondazione Agrion, DISAFA e Agroinnova – Università di Torino.
Il gruppo – che si sta approcciando a queste problematiche in maniera multidisciplinare – ha avviato il progetto “Nocciola di Qualità” che prevede sottoprogetti dedicati ai danni da cimice, l’avariato sui frutti e le problematiche che caratterizzano la cascola pre-raccolta. Il punto di forza del progetto è proprio l’approccio multidisciplinare che riunisce le migliori competenze tecnico-scientifiche del territorio focalizzate sulle problematiche che interessano la Tonda. La cascola, ad esempio è studiata con un taglio concreto e pragmatico atto a rendere prontamente fruibili i risultati delle verifiche sperimentali. Questo a partire dalla componente legata a problemi di non corretta impollinazione. A seguire è in valutazione l’incidenza di cascola causata dalle cimici, per finire con tutti i temi legati all’avariato.
A fine campagna è previsto un convegno dedicato per presentare a tutta la filiera i risultati raggiunti ma, come ricorda il responsabile del coordinamento corilicolo Simone Bardella di Agrion, gli stati di avanzamento sono condivisi in tempo reale durante gli incontri tecnici settimanali e con tutta la filiera e i finanziatori del progetto nelle riunioni dell’Osservatorio Progetto ”Nocciola di qualità” che monitora mensilmente gli stati di avanzamento delle attività.
“Un lavoro di squadra che ci deve vedere sempre più impegnati a fianco delle imprese nel far crescere la produzione di nocciole in Piemonte che si deve contraddistinguere come prodotto di qualità realizzato con tecniche produttive che abbiano un sempre minor impatto sull’ambiente – dice il Presidente di Fondazione Agrion, Giacomo Ballari -. Allo stesso tempo, però, dobbiamo investire tutte le risorse per individuare le cause e superare criticità per fare in modo che la coltura possa garantire una corretta redditività ed evitare che queste anomalie climatiche possano mettere a rischio un’annata che si prospettava abbondante da un punto di vista produttivo. Un nostro personale ringraziamento, quindi, a tutti i tecnici delle organizzazioni professionali, ai ricercatori del Disafa e di Agroinnova e ai Finanziatori del progetto – Regione Piemonte, Ferrero HCo, Novi, Banca d’Alba, Fondazione CRC, Fondazione CRT, Asprocor e Ascopiemonte.”