Creiamo consapevolezza e spazi per i prònubi
L’impollinazione è uno dei processi chiave nella riproduzione delle piante. In Europa circa quattro specie vegetali (coltivate e selvatiche) su cinque dipendono, almeno in parte, dagli impollinatori. Ciò nonostante stiamo assistendo ad un forte declino degli impollinatori in termini numerici e di diversità di specie e molti di essi sono sull’orlo dell’estinzione, mettendo a rischio l’equilibrio ecosistemico e il benessere umano che da esso dipende. L’impatto degli impollinatori è particolarmente visibile sulla produzione alimentare. L’attività di impollinazione degli insetti prònubi, infatti, genera un fatturato prossimo ai 15 miliardi di euro di produzione agricola annuale in ambito comunitario. Per molte colture agricole il contributo degli impollinatori può raggiungere la metà del valore di mercato dei prodotti. Inoltre, supportando la diversità delle colture, si garantisce un’ampia gamma di nutrienti indispensabili per un’alimentazione sana. Grazie al loro lavoro d’impollinazione possiamo consumare frutta, verdura ma anche caffè, cacao e prodotti di origine animale. Un mondo senza impollinatori sarebbe un mondo senza diversità alimentare (FAO’s Global Action on Pollination Services for Sustainable Agriculture).
L’elevata diversità dei prònubi, annovera tra gli insetti impollinatori moltissime specie, almeno 16.000, e deriva da millenni di co-evoluzione di questi insetti e delle specie vegetali differenziatesi per il loro adattamento ambientale. Questo patrimonio di biodiversità consente il processo dell’impollinazione e garantisce che la domanda riproduttiva delle piante sia effettivamente soddisfatta. La ricchezza e l’abbondanza di specie degli impollinatori sono alla base di una impollinazione efficace delle colture agricole, assicurando stabilità nel tempo e nello spazio e fornendo la garanzia di una maggiore quantità e qualità dei raccolti. Salvaguardare questo patrimonio di biodiversità garantisce che le piante continuino ad essere impollinate, anche nei in casi di difficoltà e accresce la capacità di adattamento (resilienza) all’ambiente in continua evoluzione, fungendo da riserva in caso di squilibri ambientali legati nel contesto del cambiamento climatico.
Gli impollinatori sono principalmente insetti, in particolare apoidei e sirfidi, ma anche farfalle, falene, alcuni coleotteri e altri insetti volanti. Gli Apoidei sono gli impollinatori più prolifici. In Europa esistono circa 2.000 specie di api selvatiche, tra cui l’ape occidentale Apis mellifera, una specie domestica allevata dagli apicoltori per la produzione di miele e altri prodotti dell’alveare. Sebbene molte specie di insetti siano impollinatori, si è frequentemente ritenuto che la maggior parte dell’impollinazione delle colture agricole fosse associata alle api mellifere. Il progredire della conoscenza, invece, consente oggi di affermare che sono soprattutto gli impollinatori selvatici a svolgere un ruolo vitale nell’impollinazione delle coltivazioni (Garibaldi et al., 2013). Le api domestiche, pur essendo impollinatori importanti, si limiterebbero ad integrare il processo dell’impollinazione, come dimostrato da diversi studi (Gresty et al., 2018; Biella P. et al., 2019).
A cosa servono gli impollinatori?
Gli impollinatori sono animali che, visitando i fiori alla ricerca di nettare e polline, s’imbrattano di polline trasferendolo con i loro spostamenti di fiore in fiore e da pianta a pianta. Il polline trasportato permetterà l’impollinazione e successiva fecondazione del fiore. Grazie a questo processo di fecondazione la pianta produrrà i frutti che circondano i semi, garantendo la possibilità di coltivare una nuova generazione di piante. Molti di questi semi e frutti, oltre che perpetuare la specie e la loro evoluzione nel tempo, sono alla base della sicurezza alimentare per ogni forma vivente del pianeta. Gli animali impollinatori sono detti prònubi, termine derivato dagli antichi Romani che indicava chi assisteva lo sposo nella cerimonia nuziale. In senso figurato la parola pronubo è talora usata a indicare chi promuove la conclusione di un matrimonio o chi favorisce o assiste un’unione amorosa.
Le stesse politiche di sostegno dell’Unione Europea si sono finora concentrate in azioni di tutela delle api mellifere domestiche, con interventi a difesa degli aspetti sanitari e delle pratiche apistiche. Maggiore attenzione sarà rivolta alla diversità delle comunità di impollinatori, nella considerazione che sia le specie di api selvatiche che quelle domestiche svolgono un ruolo decisivo per la sicurezza alimentare. Dalla Commissione Europea è stata avviata una iniziativa orientata alla conservazione della diversità degli impollinatori a seguito della strategia Farm to Fork con la “EU Pollinators Initiative” per sollecitare gli stati membri ad affrontare questo urgente tema di conservazione. Dell’iniziativa le azioni 9 e 10 riguardano rispettivamente: incoraggiare il settore imprenditoriale e i cittadini, promuovere strategie e collaborazioni a tutti i livelli.
La Fondazione si propone di favorire l’integrazione delle conoscenze provenienti da differenti ambiti e stimolare sinergie assicurando al contempo la tempestività nel trasferimento dei risultati. In questo ambito nasce l’esigenza di recuperare le pratiche agricole tradizionali in via di abbandono a causa di motivi economici, la riduzione dei prodotti agro-chimici, la riprogettazione agricola integrata alla conservazione e il ripristino degli habitat naturali.
La sostenibilità economica, ambientale e sociale del sistema agroalimentare deve prevedere una ristrutturazione degli ambienti rurali e del territorio dei nostri paesi che tenga conto dei cambiamenti climatici in atto e dell’effetto mitigante che la tutela della biodiversità avrà rafforzando la capacità di resilienza.
Attraverso la stretta collaborazione delle aziende e del mondo della ricerca si potranno applicare le innovazioni e intraprendere percorsi di sviluppo in grado di favorire la salvaguardia ambientale e gli impollinatori ad essa strettamente collegati.
A questa missione siamo chiamati tutti a contribuire, non solo gli agricoltori che hanno reso i nostri paesaggi un patrimonio da tutelare, meta di visitatori da tutto il mondo ma anche cittadini e istituzioni che investano nella biodiversità per rendere parchi, giardini e gli spazi verdi aree di avvicinamento, educazione e convivenza tra uomo e natura.
Ripensare il paesaggio significa valorizzare sempre più una nuova consapevolezza del valore del paesaggio inteso come risorsa, come scenografia insostituibile della storia dell’uomo e non solo come somma di elementi naturali da tutelare e trattare con rispetto.
Il declino degli impollinatori
Più del 40% delle specie di invertebrati, in particolare api e farfalle, che garantiscono l’impollinazione, rischiano di scomparire; in particolare in Europa il 9,2% delle specie di api europee sono attualmente minacciate di estinzione (IUCN, 2015). Senza di esse molte specie di piante si estinguerebbero e gli attuali livelli di produttività potrebbero essere mantenuti solamente ad altissimi costi attraverso l’impollinazione artificiale. Le api domestiche e selvatiche sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta e garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. [ISPRA 2020]A scala globale, più del 90% dei principali tipi di colture sono visitati dagli Apoidei e circa il 30% dai ditteri (tra cui le mosche), mentre ciascuno degli altri gruppi tassonomici visita meno del 6% delle colture. Alcune specie di api, come l’ape occidentale (Apis mellifera) e l’ape orientale del miele (Apis cerana), alcuni calabroni, alcune api senza pungiglione e alcune api solitarie sono allevate (domesticate); tuttavia, la stragrande maggioranza delle 20.077 specie di apoidei conosciute al mondo sono selvatiche.
Si stima che l’87,5% (circa 308.000 specie) delle piante selvatiche in fiore del mondo dipendono, almeno in parte, dall’impollinazione entomofila per la riproduzione sessuale, con un livello di incidenza che varia dal 94% per le comunità vegetali tropicali al 78% in quelle delle zone temperate (IPBES, 2017).
IL PROGETTO: OASI PER LA BIODIVERSITA', UN CONTENITORE DI IDEE
Sarà istituito un coordinamento, a livello regionale, volto a favorire la diffusione delle azioni messe in atto da molteplici attori del territorio. Parteciperanno tutti i portatori di interesse per condividere le iniziative volte a sostenere la salvaguardia della biodiversità, non solo dei prònubi, e arricchendo il paesaggio dei territori agricoli ed urbani di “oasi per la biodiversità”.
Le iniziative presenti sul territorio saranno supportate nella loro attuazione grazie alle competenze della ricerca e alla rete di collegamenti generata dal coordinamento per la biodiversità che metterà in comunicazione i molteplici settori e attori impegnati su questa tematica.
La Fondazione Agrion intende avviare azioni per sensibilizzare e contrastare il degrado territoriale promuovendo presso enti, associazioni, istituzioni e cittadini, iniziative volte al miglioramento ambientale.
Per invertire la tendenza alla rarefazione delle aree disponibili per i prònubi, saranno rinnovati i piani colturali in modo da coniugare esigenze produttive e salvaguardia della biodiversità attraverso tecniche come il sovescio con essenze nettarifere, cover crops, inerbimenti con fioriture ed una innovativa gestione delle aree incolte.
Iniziative
La Fondazione Agrion ha avviato una consultazione coinvolgendo i portatori di interesse per vagliare le disponibilità a convogliare le proprie esperienze e iniziative nel coordinamento mettendo a disposizione il proprio know how. Queste rappresentano una proposta iniziale che sarà messa a disposizione di tutti i partecipanti. Mentre, nella primavera, saranno attuate le prime quattro iniziative del progetto declinate in 4 sottoprogetti in cui i vari aspetti di questa complessa tematica hanno trovato la disponibilità dei portatori di interesse e la Fondazione si adopererà per superare incertezze e ostacoli all’impiego di queste pratiche a sostegno della biodiversità sia in campo agricolo che extra-agricolo.
Con la stipula di apposite convenzioni sono stati concordati i 4 temi prioritari come: la conversione dei terreni che ospitano parchi fotovoltaici in oasi fiorite per la biodiversità; l’inerbimento con essenze mellifere dei giovani impianti di nocciolo e l’inerbimento di quelli in produzione; la realizzazione in aree cittadine di oasi con essenze fiorite selezionate che saranno create grazie alla messa a disposizione un prototipo replicabile di anfiteatro per i pronubi con essenze pluriennali da realizzare in parchi, giardini e cortili.
PARLACI DELLA TUA ESPERIENZA
Partecipa con la tua iniziativa al coordinamento e porta la tua esperienza per contribuire a diffondere buone pratiche per la tutela degli impollinatori.
Scrivi a info@agrion.it presentando la tua iniziativa che sarà portata al coordinamento per essere aggiunta a quelle in atto.