L’attenzione verso i temi della sostenibilità sia da parte dei consumatori sia del mondo della produzione agroalimentare è oramai un pilastro saldo. Oggi più che mai, i processi produttivi applicati in agricoltura devono garantire, oltre ad elevati standard qualitativi e quantitativi, il rispetto dell’ambiente e la tutela della salute di consumatori e operatori: questo per far fronte, da un lato, alle normative vigenti, e dall’altro, alle richieste sempre più stringenti del mercato e della Grande Distribuzione Organizzata.
L’Unione Europea ha predisposto una serie di misure, tra cui la direttiva 2009/128/CE, recepita nell’ordinamento nazionale con il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012, volte a ridurre i rischi per l’ambiente e la salute umana associati all’impiego di prodotti fitosanitari e, più in generale, a giungere a un loro uso più sostenibile. In particolare, il nuovo quadro normativo sull’uso sostenibile degli agrofarmaci ha come obiettivo quello di assicurare un elevato livello di protezione della salute umana, animale e dell’ambiente, salvaguardando la competitività dell’agricoltura e prevede che gli obiettivi siano perseguiti dai singoli Stati Membri con la predisposizione di un apposito Piano d’Azione Nazionale (PAN). Il PAN, adottato con il Decreto Ministeriale 22 gennaio 2014, si prefigge di guidare, garantire e monitorare un processo di cambiamento delle pratiche di utilizzo dei prodotti fitosanitari verso forme caratterizzate da maggiore compatibilità e sostenibilità ambientale e sanitaria, con particolare riferimento alle pratiche agronomiche per la prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi, e promuove l’adozione della difesa integrata e biologica. Appare evidente come in tale scenario il settore agricolo sia stimolato a modificare, innovare e aggiornare le tecniche colturali e le strategie di difesa, in un’ottica di difesa integrata delle colture.
Parallelamente l’uso di fitofarmaci, non è relegato solo al settore agricolo come spesso avviene nell’immaginario comune ma è anche normalmente impiegato nelle aree verdi urbane (parchi, giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative e cortili dei plessi scolastici e ospedalieri, ecc.), lungo le strade e le ferrovie principalmente per il controllo delle erbe spontanee infestanti che, oltre ad essere anti estetiche, possono arrecare danni alla sede stradale, ridurre la visibilità o causare l’insorgenza di allergie nella popolazione.
L’esperienza acquisita in campo agricolo, dove l’uso dei prodotti fitosanitari in generale e prodotti ad azione erbicida è parte integrante delle attività e della gestione aziendale, consente di innovare la gestione urbana delle malerbe ed integra la correlazione tra l’uso dei prodotti in campo agricolo nel rispetto dei centri abitati. Sono infatti incluse nelle linee del PAN anche le limitazioni all’uso degli agrofarmaci nelle vicinanze dei centri abitati o dei corsi d’acqua con fasce di rispetto ben definite. Tutte queste limitazioni riguardano non soltanto l’ambito agricolo ma anche extra-agricolo. L’estensione di quest’ultimo riguarda la rete stradale e ferroviaria e le aree urbane dov’è necessario il contenimento delle erbe infestanti contribuendo in maniera significativa alla sostenibilità ambientale.
Le norme introdotte dal decreto interministeriale 22 gennaio 2014 hanno stabilito notevoli limitazioni nell’uso dei fitofarmaci nelle aree frequentate dalla popolazione con una pesante ricaduta sull’attività dei vari enti che si occupano della gestione dei parchi e dei giardini, ma anche della rete ferroviaria, delle autostrade e della rete stradale, oltre ai centri sportivi. In particolare, l’articolo 12 della direttiva CE 2009/128 prevede che nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e nelle aree agricole ad essi adiacenti l’uso dei prodotti fitosanitari sia ridotto al minimo o vietato. Tra le misure sono richiamate l’uso di prodotti fitosanitari a basso rischio, così come definiti nel regolamento 1107/2009 e quelle per il controllo biologico.
La normativa vigente, in particolare, prevede il ricorso a mezzi alternativi (meccanici, fisici, biologici) o ad approcci alternativi, la riduzione delle dosi di impiego – fatte salve le indicazioni contenute in etichetta, parti integranti dei decreti ministeriali di autorizzazione dei formulati commerciali -, l’utilizzo di tecniche e di attrezzature che permettano di ridurre al minimo la dispersione nell’ambiente.
Nell’ottica di adeguamento alle nuove normative introdotte, molte amministrazioni hanno necessità di sperimentare tecniche e prodotti più sicuri per i cittadini e per l’ambiente. La riduzione dei rischi per gli operatori e per la popolazione, così come la sostenibilità ambientale delle tecniche sono sicuramente di fondamentale importanza per le amministrazioni comunali, che, tuttavia, devono tenere contro anche della sostenibilità economica di queste pratiche decisamente più dispendiose.
La gestione del verde pubblico, il controllo dei fitofagi e delle patologie fungine è stata regolamentata dalla succitata normativa e sono stati introdotti stringenti vincoli all’utilizzo dei prodotti chimici. Con le limitazioni e i divieti di utilizzo dei fitofarmaci il benessere delle piante ornamentali è messo a rischio con la conseguente possibilità di un deterioramento dell’estetica delle aree urbane non più abbellite da rigogliose e fiorite piante ornamentali ma con la possibilità di avere piante stentate e morenti lungo le piazze e le aree verdi urbane o, in caso di piante arboree, c’è anche il pericolo di criticità fitostatiche. Sarà quindi necessario programmare la gestione delle avversità fin dalle fasi di progettazione e realizzazione, o di riqualificazione, delle aree verdi, considerando che alcune problematiche fitosanitarie si possono prevenire rispettando le esigenze delle piante e ponendo attenzione ai rapporti che regolano le componenti biotiche e abiotiche di un ecosistema. Fondamentali sono la scelta di specie e di varietà, quando possibile, resistenti alle avversità principali ed adattabili all’ambiente; altrettanto importante è prestare la dovuta attenzione in fase di realizzazione e successiva gestione e manutenzione delle aree verdi.
Un altro aspetto importante, per la salute e la sicurezza della popolazione e per il decoro delle aree urbane, rientrante nella normativa che ha imposto limiti all’utilizzo dei prodotti chimici è il controllo delle erbe spontanee. Le Linee di indirizzo regionali, per l’impiego di prodotti fitosanitari nelle aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili e nelle aree agricole ad essi adiacenti, costituiscono una delle disposizioni attuative regionali per la riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari in aree specifiche, ai sensi del paragrafo A.5 del PAN (Piano di Azione Nazionale). In particolare, per quanto riguarda la gestione della flora infestante, il PAN prevede che le Autorità locali per la gestione della flora infestante individuino: le aree dove il mezzo chimico è vietato, con particolare attenzione alle aree frequentate da gruppi vulnerabili, e le aree dove il mezzo chimico può essere usato esclusivamente all’interno di un approccio integrato con mezzi non chimici e di una programmazione pluriennale degli interventi, riferibili alle aree frequentate dalla popolazione.
L’individuazione delle aree soggette a diversa gestione della flora infestante rappresenta un elemento di criticità per molte amministrazioni in particolare per i comuni di piccole dimensioni che non dispongono di personale preposto e competente alla gestione del diserbo.
Deve essere quindi prevista una gestione differenziata delle diverse aree, tenuto conto della tutela della popolazione e della salute pubblica, dell’ambiente (in particolare la tutela delle acque), del grado di naturalità che si intende mantenere, della fattibilità tecnico-economica.
Gestione ecosostenibile delle erbe infestanti in ambito urbano – primo anno di sperimentazione
Durante il primo anno di sarà condotta una sperimentazione con l’obiettivo di individuare le aree maggiormente interessate al problema delle gestione delle erbe spontanee per il difficile impiego dei metodi fisici e meccanici. Nelle aree individuate saranno sperimentati metodi di controllo meccanici/fisici e metodi chimici consentiti per definire quali risultino più efficaci nei diversi contesti urbani.
I prodotti fitosanitari impiegati per la sperimentazione sono stati scelti tra quelli indicati dalla “Lista Verde” (Prodotti fitosanitari utilizzabili in aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili in conformità alle disposizioni del PAN).
Sono stati individuati i seguenti prodotti:
– prodotti a base di acido pelargonico, sostanza naturale di origine vegetale con azione erbicida che distrugge la cuticola fogliare e la parete cellulare;
– prodotti a base di Flazasulfuron, sostanza attiva ad azione disseccante e residuale a base di una solfonilure a basso impatto ambientale, con assenza di rischi per l’utilizzatore e il cittadino. Efficace fino a 7 mesi, con dosi d’impiego molto ridotte 200g/ha ed autorizzato in aree non destinate alle colture agrarie: strade ferrate, aree industriali, aree ed opere civili (ruderi storici, cimiteri, piazzali, banchine stradali), aree urbane e agricole non coltivate.
Tra i metodi meccanici e fisici sono stati testati:
– il piro H-AIR, tecnica che impiega il calore generato da un bruciatore a fiamma alimentato da una bombola a gas propano e aria calda;
– il diserbo a vapore, tecnica che impiega vapore a 140° e pressione da 20 a 80 bar ottenuto scaldando per mezzo di una caldaia a doppia serpentina l’acqua che viene vaporizzata con lance di diverso tipo (campana o barra).
– In ultimo, come confronto per valutare l’efficacia dei metodi sopra esposti, sarà eseguito ove possibile, lo sfalcio con decespugliatore, tecnica ampiamente diffusa, la cui durata di contenimento e il tempo necessario al passaggio risultano poco efficienti e dispendiosi.
La prova è stata incentrata sulla verifica della capacità di contenimento delle malerbe ma anche sulla durata del contenimento dato che questa si ripercuoterà sul numero di interventi necessari durante l’anno e dunque sui costi.
Le diverse tecniche sono state applicate, ove possibile, in diversi contesti cittadini per ottenere un numero di casi studio, sottoposti a più variabili ambientali e di composizione floristica, adeguato a validarne l’efficacia e definire le pratiche applicabili nei diversi contesti cittadini come previsto dal PAN, ovvero, le aree dove il mezzo chimico è vietato e dove sono consentiti alcuni prodotti in un’ottica di difesa integrata con il mezzo meccanico.
Gestione ecosostenibile delle erbe infestanti in ambito urbano – secondo anno di sperimentazione
L’obiettivo della prosecuzione dell’attività progettuale nel 2019 è la validazione su larga scala (sperimentazione estesa) delle tecniche sperimentate nel 2018. A tale scopo sono stati selezionati, con l’ausilio del Settore Fitosanitario Regionale e di ANCI Piemonte, un numero significativo di Comuni (Almese, Barge, Bernezzo, Canale, Scarnafigi, Bagnolo, Casalino) del territorio regionale individuati tra quelli che hanno manifesteranno interesse a partecipare alla sperimentazione.
Durante la fase preliminare, di pianificazione, sono state definite le aree identificate, con le amministrazioni, maggiormente interessate al problema della gestione delle erbe spontanee a seguito della normativa o in cui risultino di più difficile impiego i metodi fisici e meccanici. Successivamente, al fine di supportare la scelta delle tecniche più idonee da impiegare sono stati valutati i costi/benefici delle tecniche sperimentate l’anno precedente e individuate quelle più idonee ad accogliere le esigenze normative, attuative ed economiche in carico alle amministrazioni.
Durante le applicazioni, sino alla conclusione delle attività sperimentali sono stati svolti i rilievi necessari a determinare l’efficacia delle tecniche sperimentate e condotta l’identificazione delle specie presenti per individuare eventuali resistenze. In occasione di questi sopralluoghi saranno svolti i rilievi per determinare, l’andamento stagionale delle erbe infestanti in rapporto agli interventi e raccogliere tutte le informazioni necessarie alla stesura di un rapporto finale con le informazioni ricavate dall’esperienza svolta nelle diverse realtà durante l’anno.
Vista l’importanza di sensibilizzare i cittadini e promuovere le attività è stato messo a disposizione materiale divulgativo e sono stati realizzati interventi o articoli divulgativi per spiegare lo scopo delle attività e le tecniche ecosostenibili adottate.
I risultati della sperimentazione evidenziano come i Comuni che hanno deciso di aderire alla sperimentazione abbiano prediletto la tesi che, nell’anno precedente, ha mostrato i migliori risultati ed è applicabile più estesamente con costi inferiori, ovvero la tesi acido pelargonico e Flazasulfuron tecnica che impiega prodotti ecocompatibili e ritenuti ad alto margine di sicurezza.
Visto l’ingente aggravio di spesa per le amministrazioni che intendono abbandonare l’uso del glifosate, la tesi in cui sono impiegati acido pelargonico e Flazasulfuron è probabilmente quella di cui principalmente i Comuni necessitano per contenere gli scostamenti di spesa ed è anche una valida alternativa da impiegare su alcuni tipi di substrati in cui il diserbo meccanico risulta scarsamente efficace o troppo oneroso, come ad esempio la scerbatura manuale di estese superfici.