Ripartire dal suolo:le linee guida di Fondazione Agrion nella giornata della biodiversità

La corretta gestione del suolo permette di affrontare i fenomeni climatici estremi e tutelare la produttività dell’agricoltura

Il suolo è una risorsa fondamentale. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’essere umano sulla Terra: queste le parole di apertura della Carta Europea del Suolo, con cui l’Unione Europea, nel 1972, stilò alcune linee guida per la corretta gestione di una delle risorse più preziose del pianeta. Una risorsa che, grazie alla ricchezza di organismi e microelementi, favorisce la biodiversità, a cui è dedicata proprio la giornata del 22 maggio di ogni anno in tutto il mondo.

Tre azioni per la biodiversità

Un suolo in salute permette una crescita sana della vegetazione in superficie, fondamentale per il sequestro dell’anidride carbonica e per una produzione alimentare varia e sana. Ma non solo: una corretta gestione di questa risorsa consente anche di limitare i danni causati da fenomeni climatici sempre più avversi ed estremi. Le piogge intense che stanno caratterizzando questa primavera causano talvolta gravi fenomeni di erosione, in particolare laddove la struttura del suolo non è tutelata: per questo e per evitare la perdita degli strati più fertili, è quindi importante ridurre il più possibile le lavorazioni del suolo più profonde e invasive, limitandole alle occasioni in cui sono davvero indispensabili.

Di fronte, invece, a periodi più siccitosi, l’inerbimento controllato rappresenta una risposta efficace: infatti, mantenendo sotto controllo un cotico erboso anche tra le file di coltivazione, si riduce l’evaporazione dell’acqua e si mantiene il terreno a temperature più basse, soprattutto nella stagione più calda e a rischio siccità.

Affinché il suolo sia in salute e favorisca quindi la crescita delle piante, occorre proteggerne la fertilità e la biodiversità attraverso una tecnica molto efficace, il sovescio: una pratica agronomica che consiste nella semina di diverse specie erbacee (come graminacee, leguminose e crucifere) anche nelle interfile. In questo modo il suolo viene nutrito e sostenuto nelle sue funzioni. Addirittura alcune specie utilizzate rilasciano composti in grado di limitare l’emissione delle tossine delle colture precedenti, svolgendo un’azione geodisinfestante completamente biologica e circolare.

I progetti realizzati da Fondazione Agrion

Dal momento che rispettare le potenzialità e il naturale ruolo del terreno è una chiave irrinunciabile per tutelare la biodiversità, Fondazione Agrion è impegnata in percorsi progettuali dedicati: a titolo esemplificativo, si è concluso a inizio anno il progetto In-Gest Soil, realizzato nell’ambito del PSR 2014-2020, in collaborazione con diversi enti e aziende agricole del territorio. Il progetto è stato volto a promuovere negli ambienti vitivinicoli collinari alcune innovazioni che permettano di contenere i tipici fenomeni di degrado del suolo e di mantenere, se non migliorare, la qualità e quantità della produzione, attraverso il ricorso a buone pratiche applicabili a tutti i comparti agronomici.

I dati ricavati si possono estendere anche all’ambito corilicolo: i ricercatori di Agrion, infatti, nel 2024 proseguiranno con le valutazioni sugli effetti dell’inerbimento controllato in corilicoltura. Fin quando le precipitazioni annuali erano sufficienti a soddisfare il fabbisogno idrico, la naturale scarsità di cotico erboso in corileto non rappresentava un problema. Da quando, invece, addirittura una pianta rustica come il nocciolo è in sofferenza a causa della siccità, l’inerbimento controllato rappresenta una risposta ormai essenziale per tutelare la salute delle piante e del suolo.

 

Dopo oltre cinquant’anni dalla pubblicazione della Carta Europea del Suolo, il tema della gestione del suolo riveste un’importanza quanto mai attuale e urgente: concepire il suolo come una vera e propria risorsa è il primo passo per proteggere la biodiversità e promuovere un’agricoltura non solo maggiormente sostenibile ed ecologica, ma anche capace di rispondere con prontezza e lungimiranza ai cambiamenti climatici, tutelata nella sua produttività e nella salute dell’ambiente in cui si inserisce.

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